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WOLFI, BAMBINO PRODIGIO  

Il tempo, oltre ad arruginire le sue giunture, ha rimosso la memoria della sua vita. Sarà la musica a guidare il ricordo dei momenti più importanti e di quelli meno noti della sua esistenza. Maestro e cantante vorrebbero seguire un ordine cronologico di tali eventi, ma la curiosità ancora infantile di Wolfi, il suo cercare nelle emozioni, più che nel tempo, ci porta in un´atmosfera sospesa tra estremi opposti, colorati di musica e visioni. Viaggi e incontri eccezionali ci immergono in un´epoca passata, ma ancora così umanamente vicina. L´atmosfera leggera, l´ascolto dal vivo di alcuni brani del genio, così profondamente emotivi, diventano una fonte di grande ispirazione per giocare e improvvisare con la fantasia. Trovare qualcosa di sé in quelle atmosfere, forse le grandi aspirazioni che aiutano a crescere, un senso leggero che attraversa l´anima, una passione che deve essere difesa e coltivata con la tecnica.

 

‘Mettere in scena "Wolfi bambino prodigio" è stata un´enorme sfida. Da una parte per l´interesse per l´argomento e per la grandezza del personaggio. Dall´altra perché si voleva parlare di Mozart anche ad un pubblico di ragazzi, per i quali ¯ si sa ¯ la musica classica, e in particolare la lirica, possono risultare "noiosi", e, quindi argomento particolarmente a rischio. La ricerca si è così rivolta, in particolare, verso gli aspetti vivaci, vivi, giocosi, emotivi della vita di Mozart. In tutto questo processo, il testo è cambiato numerose volte: da una prima stesura di carattere didattico, si è arrivati ad una più interessante nella quale risaltano soprattutto le emozioni, il sentimento, la passione, e dove si è deciso di mettere in scena proprio lui, l´enfant prodige, il genio. La figura di Mozart che ne è venuta fuori è geniale, ma anche semplice e ingenua.´

                                                                                              Roberto Corona e Claudio Raimondi